Centrale del Latte amplia la linea di prodotti senza lattosio

Circa l’11% dei potenziali acquirenti acquista prodotti senza lattosio perché gli è stata diagnosticata una intolleranza e quasi il 20%, pur senza una intolleranza diagnosticata, li predilige per la loro maggiore digeribilità. Numeri, quelli presentati da Centrale del Latte di Brescia durante il lancio della linea di nuovi prodotti senza lattosio, che mostrano una tendenza in crescita rispetto agli anni passati e non passeggera, dal momento in cui sono i giovani a portarla avanti: il 42,7% dei potenziali acquirenti che sceglie prodotti delattosati, ha tra i 18 e i 24 anni di età. Ed è partendo da questi dati che la storica azienda bresciana a partecipazione privata ma a controllo pubblico, ha scelto di ampliare la linea di prodotti senza lattosio, caratterizzata dal colore arancione, e quindi al latte, alla mozzarella, alla robiola e allo yogurt, si aggiunge il mascarpone, la ricotta, il burro e panna da cucina. La richiesta di prodotti senza lattosio, che in realtà contengono un enzima che scinde il glucosio dal galattosio così che lo zucchero del latte risulti più digeribile, è aumentata non solo tra i consumatori, ma anche tra coloro che si trovano a cucinare per mense, cerimonie e banchetti di vario tipo, poiché se è vero che la persona intollerante al lattosio non può mangiare i latticini, è vero invece che chi non è intollerante può mangiare prodotti senza lattosio senza sentire la differenza a livello di gusto. E’ su questo concetto, ovvero sul concetto di un prodotto che nasce dall’azienda madre, con lo stesso DNA di qualità e gusto di tutto gli altri, che si incentra la campagna di comunicazione dal titolo “Tale padre, tale figlio – il gusto è nel nostro Dna”. Centrale del latte, nel dialogo tra un figlio adolescente e un padre, riassume la sfida continua della storica azienda, di andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni e dall’altra parte, riafferma la propria identità e l’attaccamento alle proprie radici, adempiendo alla missione di trasformare il latte degli allevatori bresciani, in prodotti che capaci di valorizzarlo, supportando un settore chiave per l’economia bresciana, ovvero l’allevamento.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori