Dieci anni fa il delitto di Marcheno

A Marcheno più nessuno ha voglia di rivangare quei fatti di 10 anni fa quando, la sera di mercoledì 8 ottobre 2915, attorno alle 19.17, Mario Bozzoli, contitolare della fonderia Bozzoli con il fratello Adelio, sparì nel nulla. Si disse che era fuggito per farsi una nuova va altrove; poi le indagini serrate dei Carabinieri portarono ad incastrare il nipote Giacomo, figlio di Adelio, condannato all'ergastolo il 30 settembre 2022 per l'uccisione della zio, di cui avrebbe occultato e distrutto il cadavere gettandolo nel forno a oltre 800 gradi di temperatura. Nella vicenda , già da subito emersero i nomi di due operai: Oscar Maggi ed il senegalese Abu (oggi definitivamente tornato in patria), oltre a quello di Giusepe Gherardini uomo di fiducia dei Bozzoli, che probabilmente sapeva molto, che scomparve la mattina del 9 ottobre e che venne trovato senza vita, con una capsula di cianuro nello stomaco, domenica 12 ottobre sotto un abete alla Case di Viso, sopra Pezzo di Ponte di Legno. Le prove di questi anni, le perizie di laboratorio, le infinite, minuziose analisi di materiali e reperti, la schiera di specialisti e consulenti della Procura di Brescia, hanno portato alla condanna di Giacomo Bozzoli che ora sta scontando la pena all'ergastolo nel carcere di Bollat. Ma la Corte d'Assise che ha condannato Giacomo ha rinviato gli atti alla Procura perché indaghi su Oscar Maggi, il cui nome non è mai uscito dalle indagini e dal processo. Questa volta si chiede per lui un processo davanti al Gup Stefano Franchioni per concorso nell'omicidio di Mario Bozzoli. Maggi avrebbe già chiesto il rito abbreviato: il processo a suo carico si aprirà giovedì 13 novembre e la sentenza è attesa per mercoledì 17 dicembre.

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