Due denunce per bracconaggio nella Bergamasca

Due persone denunciate uso di mezzi vietati, cattura abusiva e maltrattamento di animali. Prosegue con determinazione l’attività di vigilanza della Polizia provinciale di Bergamo, impegnata nei controlli sull’attività venatoria. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire il rispetto delle norme sulla caccia, dall’altro contrastare con fermezza ogni forma di bracconaggio ai danni della fauna selvatica. Le recenti operazioni hanno permesso di ottenere risultati significativi, ne sono da esempio gli ultimi due episodi. Il primo è avvenuto a Palosco. Qui un richiamo acustico anomalo ha attirato l’attenzione degli agenti. Riconosciuto come proveniente da dispositivi elettromagnetici vietati. Dopo un paziente appostamento veniva colto di sorpresa un uomo del posto. All’interno di una proprietà privata recintata, dotata di orto, pollaio e baracche, veniva esercitava caccia illegale con un fucile munito di silenziatore, avvalendosi di tre richiami acustici elettronici. Il capanno, fisso e non autorizzato, era orientato verso un impianto arboreo appositamente modificato per attrarre gli uccelli. Gli agenti hanno accertato l’abbattimento di specie particolarmente protette, come pettirosso, codirosso e luì piccolo. Le successive perquisizioni hanno permesso di rinvenire circa 200 cartucce, oltre a 26 uccelli conservati nel freezer domestico e sei gabbie trappola. L’uomo è stato denunciato per uso di arma silenziata e mezzi vietati, abbattimento di specie protette e omessa custodia di munizioni, oltre a ricevere sanzioni amministrative per oltre 1.000 euro. A Foresto Sparso, il secondo intervento. Qui gli agenti individuavano un impianto di cattura abusivo costituito da una rete lunga otto metri. Al suo interno si trovavano quattro pettirossi e una capinera, alcuni già deceduti a causa della prigionia. Anche in questo caso il responsabile veniva colto di sorpresa mentre recuperava gli uccelli e riattivava la rete. La successiva perquisizione ha portato al sequestro di altre sei reti per l’uccellagione, tre merli vivi privi di marcatura legale e 192 cartucce cariche, detenute senza licenza di porto d’armi. L’uomo è stato deferito all’autorità giudiziaria per esercizio dell’uccellagione, detenzione abusiva di munizioni e maltrattamento di animali reato che prevede sanzioni da 5 a 30 mila euro.

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