Condanna per omicidio e arresto per rapine

E grazie allo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato cui l’imputato ha potuto aderire perché l’omicidio contestato è privo di aggravanti. Con queste motivazioni è stato condannato a 15 anni Rocco Modaffari, 59enne calabrese di Pontirolo, che sparò colpendo al volto Roberto Guerrisi, operaio di Boltiere. Guerrisi si presentò nella ditta di Pontirolo Nuovo, per parlare dei presunti maltrattamenti che avrebbe subito la figlia, fidanzata con uno dei figli del titolare della ditta di riparazioni e autonoleggio. L’operaio aveva con sé un coltello, con il quale colpì alla spalla un ragazzo senegalese, legato a una delle figlie del proprietario dell’azienda. Poi si allontanò tornando poco dopo con alcuni parenti, ma il cancello era chiuso. A quel punto nacque una discussione tra i responsabili d’azienda e il gruppetto di famigliari conclusasi con una stretta di mano tra le parti. Ma Modaffari azionò due volte il grilletto e colpì Guerrisi mirando ad altezza volto. Il proiettile finì per recidere la carotide procurando al 42enne una grave emorragia. Roberto si girò, barcollando verso la strada principale e, all’altezza della pensilina dell’autobus, finì a terra senza vita. Ora l’imputato si trova agli arresti domiciliari in casa di parenti a Sant’Eufemia, in Calabria. La morte di Guerrisi ha lasciato nel dolore la moglie e tre figlie di 23, 19 e 16 anni. E’ stato invece identificato dalle telecamere della videosorveglianza il camionista di 49 anni accusato di aver rapinato madre e figlia a Villa d’Almè, minacciandole con una pistola e un’ottantenne a Carvico. È finito in carcere per rapina pluriaggravata e detenzione e porto abusivo di pistola in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Luca Bonifacio. Durante la perquisizione in casa, gli uomini dell’arma rinvenivano una pistola giocattolo e un coltello. Ora si trova in carcere, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

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