In Lombardia sono 151 i corpi non identificati
151 è questo il numero dei corpi che in Lombardia aspettano che qualcuno li reclami. Il caso più vecchio? Una donna trovata nel 1977. Il Registro nazionale dei cadaveri non identificati conta casi dal 1968. Nel Lecchese, nei mesi scorsi, c’è stata una svolta: le ossa trovate nei boschi a marzo attribuite a un uomo che era scomparso da cinque anni. Per un corpo che finalmente ha un nome e un cognome, in tutta la Lombardia ne restano però altri, a volte solo pezzi e frammenti, che invece non si sa chi fossero. Gli innominati sono: 8 in provincia di Bergamo; 9 di Brescia; 5 di Como; 4 di Cremona; 6 di Lecco, di cui l’ultimo solo settimana scorsa sul Monte Barro; 4 di Lodi; 11 a Mantova; 79 a Milano e hinterland; 5 a Monza e Brianza; 6 a Pavia; uno a Sondrio, rinvenuto il 2 settembre 2007 sul ghiacciaio a Lanzada e per chiudere 3 in provincia di Varese. Morti venuti magari da lontano; oppure morti ammazzati, a volte smembrati, nascosti apposta, in una fossa o in fondo a un lago o un fiume; morti comunque da soli, senza nessuno accanto. I pochi dati disponibili sono riportati tutti nel Registro nazionale dei cadaveri non identificati, istituito nel 2007, ma che raccoglie casi irrisolti dal 1968 in poi. Una tabella con poche colonne, che però possono magari aiutare a restituire un’identità a quanti la morte, oltre che la vita, ha rubato pure le generalità: regione, provincia, comune, data del rinvenimento, luogo, sesso biologico, origine biogeografica, età reale o apparente, altezza, peso, colore dei capelli, colore degli occhi e segni particolari. Molti campi restano vuoti, come per il caso più datato in Lombardia, quello del corpo di una giovane che poteva avere tra i 20 e i 30 anni, rivenuto il 24 marzo 1977 nel fiume Portalbera nel Pavese, ma di cui non si conoscono caratteristiche fisiche. Oppure quando si trova solo qualche osso. Di altri invece si sa di più, come per uno degli ultimi casi, il ritrovamento di un corpo il 10 aprile scorso a Merlino, Lodi: “Maschio, di origine africana, di età tra i 25 e i 30 anni, alto 1 metro e 84, 108 chili di peso, capelli neri, occhi castani e una cicatrice sulla spalla destra e una sull’avambraccio destro”. Particolari che tuttavia spesso non bastano per dare un nome, un volto e quindi una storia a chi è morto e nemmeno a restituire un feretro a chi continua a cercarli.
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