Un comitato per il Santuario di Pat

A Ossimo, in località Pat, giacciono coperti, megaliti dell’età del rame: stele e menhir di cui sono ricche le aree alpine; solo in Valle Camonica si contano una ventina di siti. Il santuario megalitico di Pat si estende su 4 mila metri quadrati ed è venuto alla luce a partire dal 1994 quando Giancarlo Zerla, appassionato del posto, trovò la prima stele istoriata e diede inizio agli scavi che seguirono e alle ricerche dell’archeologa Raffaella Poggiani Keller. Ora l’obiettivo delle istituzioni camune, Comune di Ossimo, Comunità Montana e Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Sito Unesco n.94, che questo mercoledì 12 novembre hanno incontrato sul posto la Direzione regionale Musei Lombardia, la Soprintendenza, la Fondazione Valle dei Segni e tutti gli enti istituzionali preposti alla valorizzazione del patrimonio archeologico camuno, è quello di valorizzare il sito di PAT così da renderlo fruibile e più accessibile. Gli scavi si sono interrotti nel 2023 ma il santuario dell’età del rame, risalente al IV/III millennio a.C, che si aggiunge a quelli già venuti alla luce in Valle Camonica, è unico, proprio perché agli archeologi è sembrato di trovarsi di fronte ad un’istantanea del sito al momento dell’abbandono. In Valle Camonica ci sono diversi siti cerimoniali, come quello dei Massi di Cemmo parco archeologico dal 2005, e solo nell’altopiano di Ossimo Borno ce ne sono altri due, quello di Anvoia e Passagrop, a distanza di circa 200 metri l’uno dall’altro e in relazione visiva tra loro. A differenza degli altri siti, quello di PAT al momento non è accessibile e non è aperto al pubblico. Considerata l’importanza del sito nel panorama camuno, è stata quindi attivata una sinergia d’intenti tra tutti i soggetti istituzionali presenti, per unire in un comitato tecnico scientifico, competenze e ruoli diversi, con l’obiettivo comune di tutelare e valorizzare il sito all’interno del grande patrimonio archeologico camuno.

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