Ottimismo nel terziario orobico

Regna un discreto ottimismo sul tessuto imprenditoriale del terziario orobico, che rappresenta il 61,9% delle imprese extra-agricole con quasi 43.000 attività tra commercio, turismo e servizi. Una mole di attività talmente grande da annacquare le fisiologiche oscillazioni tra aperture e chiusure del periodo. Il terzo trimestre dell’anno ha evidenziato un rallentamento delle nuove iniziative imprenditoriali, con 370 iscrizioni contro le 387 del 2024, a fronte di un aumento delle cessazioni (420 contro 388). Il saldo negativo si attesta a -50, segnalando una fase di maggiore selezione del tessuto imprenditoriale, anche se sono doverosi tra i vari comparti alcuni distinguo. Il turismo ha sostanzialmente raggiunto un punto di pareggio, flettono lievemente i servizi dopo anni di notevole espansione, mentre più in sofferenza resta il commercio dove, soprattutto le chiusure, riflettono la trasformazione dei modelli di consumo e di acquisto (con l’intelligenza artificiale generativa, già utilizzata dal 51% dei consumatori nel 2024 per orientarsi tra prodotti, prezzi e recensioni e con il 64% degli acquirenti che l’ha già sperimentata o intende farlo entro l’anno). Le basi sono comunque solide e gli operatori, con l’avvicinarsi del Black Friday e la maratona di dicembre tra Santa Lucia, Natale, Capodanno e, infine, l’avvio dei saldi subito dopo le festività, puntano alto: in previsione, i ricavi, con un incremento da 44 a 46 punti e con prospettive di ulteriore crescita fino a quota 49 in vista del Natale e dei primi mesi del 2026. Se il clima, non particolarmente rigido, non ha ancora acceso lo shopping di abbigliamento e calzature, si tratta solo di aspettare. «C’è grande attesa anche sulla manovra, con il ceto medio che dovrebbe beneficiare del risparmio di fiscalità», evidenzia il direttore Oscar Fusini. Anche l’occupazione mostra segnali incoraggianti: lo scorso settembre si attestava a 50 punti, con previsioni di crescita a 52 per il prossimo semestre.