Traffico di migranti, arresti a Brescia

Avrebbero organizzato viaggi clandestini – due di questi finiti con il naufragio al lago delle coste libiche e di quelle greche – i tre pachistani arrestati dalla Polizia di Stato in queste ore. Fra loro anche un operaio 41enne residente a Castel Mella. Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, nell'ambito di un'operazione contro il traffico di migranti e l'immigrazione clandestina. Il 41enne residente in provincia di Brescia, insieme ad altri due connazionali residenti a Torino e Catanzaro, avrebbe gestito un traffico di migranti che partivano dal Pakistan, venivano fatti transitare dalla Libia, sulla rotta del Mediterraneo centrale, e quindi venivano fatti entrare in modo illegale in Europea, dalle coste italiane e greche. Nel corso dell’indagine è emerso il coinvolgimento degli arrestati – che formavano un vero e proprio sodalizio criminale – in due gravi episodi di naufragio. Il primo sarebbe avvenuto nel febbraio del 2023 al largo delle coste libiche, allorquando un barchino in ferro del tutto privo di dispositivi di salvataggio e di sicurezza, diretto verso l’Italia, si sarebbe ribaltato a causa del maltempo. Il secondo nel giugno dello stesso anno in acque greche. In quel caso l’imbarcazione, nell’ambito di un viaggio organizzato dal gruppo dei tre arrestati, sarebbe partita dalla Libia il 18 giugno e si sarebbe ribaltata a largo delle coste elleniche di Pylos (GRE), causando la morte di numerosi cittadini pakistani. Nel corso dell’indagine, la polizia ha scoperto che i tre erano in grado di procurare anche visti lavorativi senza i requisiti previsti dalla legge, quindi violando il decreto flussi. A eseguire l’arresto provvisorio (dopo la convalida del provvedimento da parte delle Corti d’appello competenti, con il coordinamento delle Procure generali) è stata come detto la Polizia di Stato, con il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia. Al lavoro, in contemporanea, lo Sco e le squadre Mobili delle tre province coinvolte: Brescia, Catanzaro e Torino. I tre fermati ora sono a disposizione dell'autorità giudiziaria italiana che sta svolgendo le pratiche per l'estradizione.

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