Omicidio Bonomelli: per le difese non fu volontario

I difensori dei quattro imputati per la morte dell’imprenditore 80enne di Trescore Balneario, Angelo Bonomelli hanno chiesto la riqualificazione da omicidio volontario, a morte come conseguenza della rapina o, al massimo, omicidio preterintenzionale. La vittima, narcotizzata con del RIvotril sciolto nel caffè l’8 novembre 2022, era stata trovata priva di vita nella sua auto, abbandonata in un parcheggio a Entratico. Secondo l’accusa fu una trappola architettata per rapinarlo: al momento del ritrovamento mancavano il cellulare, il portafoglio e l’orologio d’oro, poi rivenduto per 1.369 euro. Il corpo fu abbandonato in auto, in un parcheggio isolato a Entratico. La mente del gruppo è Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina, era stato condannato in primo grado a 26 anni insieme all’amico Omar Poretti, di Scanzorosciate, che versò il potente sedativo nel caffè. Quindici anni a testa per Jasmine Gervasoni, la 25enne compagna di Gherardi, e per il padre di lui, Luigi Rodolfo Gherardi, 69 anni. Mercoledì 30 aprile, in aula, gli avvocati difensori, hanno cercato di smontare la tesi del dolo eventuale Le arringhe delle difese hanno avuto come spina dorsale una serie di recenti sentenze, come ad esempio: il marito che si lanciò con l’auto nel fiume e annegò la moglie che tentava di salvarsi, condannato a 21 anni; la colf che spinse giù dalla finestra una pensionata a cui furono inflitti 21 anni; la donna che uccise il cugino a colpi di batticarne, 15 anni e 8 mesi in abbreviato e per finire il giovane che accoltellò un tunisino dopo un diverbio per futili motivi 21 anni. Il 21 maggio prossimo sono attese le repliche e la sentenza.

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