No al mono operatore per le dighe

CISL, Cgil e Uil criticano fortemente la decisione presa a fine marzo da Enel Green Power, controllata dell’Enel, di avviare una sperimentazione che prevede il presidio con un solo operatore in alcune dighe di alta quota nelle provincie di Brescia, Bergamo e Sondrio: sono impianti oltre i 1700 metri di altitudine, dove le condizioni ambientali e operative possono rapidamente diventare critiche. Ieri in Regione Lombardia si è tenuto un incontro con Enel Green Power per rappresentare la contrarietà dei sindaci camuni sul cui territorio insistono le dighe Enel d'alta quota. Le testimonianze dei lavoratori confermano la pericolosità e l’imprevedibilità del lavoro quotidiano in diga, specialmente in caso di maltempo. La decisione di coinvolgere le istituzioni locali da parte delle organizzazioni sindacali di categoria nasce dal fatto che un precedente confronto con l’azienda non ha portato a un ripensamento sulla sperimentazione annunciata a marzo. “La gestione delle dighe richiede prontezza, collaborazione e presidio costante – hanno dichiarato in una nota congiunta Flaei CISL, Filctem Cgil e Uiltec Uil –; anche le comunità montane lo sanno bene: contenere le piene e prevenire i rischi idrogeologici è oggi più che mai una priorità su tutte”.

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