Maltrattamenti al nido, motivata la condanna
Non ci sono dubbi, a parlare sono i video ripresi dalle telecamere , nell’asilo nido Girotondo di Bergamo, chiuso nel 2020, quattro piccoli di poco più di un anno subivano maltrattamenti da parte della 54enne titolare della struttura, condannata lo scorso 30 aprile a 4 anni e 6 mesi. Il Collegio giudicante ha motivato la decisione valutando i fatti contestati all’imputata sia nel periodo che va dal 2012 al 2016, sia quelli avvenuti nel 2020. Di questi ultimi episodi ci sono immagini e audio inequivocabili, tanto che anche la stessa P.M. ha ammesso in aula quanto accaduto, per i fatti più datati l’unico elemento sono le dichiarazioni di alcune educatrici che lavoravano al nido e i racconti di diversi genitori, che vedevano i loro figli faticare a prendere sonno, avere incubi notturni, uno di loro aveva preso perfino a strapparsi i capelli. Elementi che il Tribunale non ha ritenuto sufficienti per emettere una condanna e ha pronunciato, per questo capo di imputazione, un’assoluzione. I gesti di umiliazione e di aggressione fisica, erano divenuti all’ordine del giorno, creando un clima di tensione e violenza chiaramente traumatico per i bambini, parliamo di insulti, schiaffi sul collo e strattonI per i capelli. Nei confronti dell’imputata era stata disposta la perizia psichiatrica, per valutare se al momento dei fatti fosse capace di intendere e volere. Il perito del Tribunale, il consulente del pubblico ministero e quello della parte civile avevano concluso per la piena capacità della 54enne. Gli esperti hanno riconosciuto nella donna un forte stress e un “disagio profondo per le problematiche emerse negli impegni professionali ed economici”, ma non vengono ravvisate “reazioni incontrollate, ma una condotta calcolata, perpetrata in momenti strategici, ovvero quando si trovava sola con i bambini”.
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