No alle visite Inps fuori valle

La legge 30 marzo 1971 n.118 definisce come “Invalido civile” la persona di qualsiasi età che, a causa di infermità (fisica o psichica, congenita o acquisita), abbia una riduzione della capacità lavorativa o a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età (se minore o ultra sessantacinquenne). L'apposita Commissione medica valuta secondo specifiche norme di legge ed esprime il proprio giudizio con un verbale, in conseguenza del quale possono scaturire benefici di carattere economico (ad es. assegno di invalidità, “assegno di accompagnamento”) e/o di carattere non direttamente economico (ad es. diritto a fornitura di protesi, ausili, esenzione ticket, accesso al collocamento lavorativo mirato, ecc.). La gestione amministrativa degli accertamenti è affidata ad una segreteria, costituita da personale dipendente della ASST ed è assoggettata a precise disposizioni normative ed Aziendali. Dopo anni di proficua collaborazione con l'Inps, titolare per legge dell'intera procedura riguardante le invalidità civili, ora è arrivata la doccia fredda: le visite di invalidità saranno tutte concentrate a Brescia e, dunque, anche i camuni che fanno richiesta di riconoscimento di invalidità dovranno recarsi in città per il colloquio di verifica con la Commissione. Da qui la presa di posizione contraria alla decisione Inps, da parte del Presidente della Conferenza stabile dei Sindaci della Vallecamonica presso l'Ats della Montagna. In effetti, la distanza della Valle da Brescia (40 chilometri da Pisogne, 120 chilometri da Ponte di Legno), non può essere ulteriormente pesare su persone che chiedono una verifica sul loro stato di fragilità, a volte anche molto grave, senza calcolare i pericoli costanti della strada, i costi, i disagi. Da qui, dunque, la netta posizione assunta dal Sindaco di Edolo quale rappresentante dei Sindaci Camuni nella conferenza stabile con l'Ats della Montagna, in difesa delle prerogative storico-politiche territorio e dei suo abitanti.