I dazi sui salumi e sul Grana Padano

Nell’ambito del convegno organizzato ad Orzinuovi da Coldiretti Brescia per sottolineare il valore della zootecnia per la filiera agroalimentare e per la tutela dei territori oltre che per l’occupazione in agricoltura, si è parlato anche della filiera suinicola. ASSICA, in rappresentanza delle aziende di macellazione e trasformazione dei salumi, ha mostrato i dati in crescita della produzione, dei consumi e dell’export, nonostante la lotta alla Peste Suina Africana e nonostante i dazi introdotti dagli Stati Uniti. C’è di nuovo fame di carne e di proteine. Anche grazie allo sforzo di Coldiretti è stata contrastata la criminalizzazione una delle produzioni più a basso impatto ambientali e salubri come le produzioni zootecniche, che sono in calo nel resto dei Paesi d’Europa che importano carne dall’Italia. A fare i conti con i dazi americani sono anche gli esportatori di Parmigiano Reggiano e Grana Padano che hanno denunciato che i porti di due Stati americani, New York e New Jersey, hanno applicato una tariffa doganale doppia su due dei formaggi italiani più famosi all’estero. Si tratterebbe di un’interpretazione errata degli accordi stretti tra Ue e Stati Uniti sui dazi. L’errore deriverebbe dalla procedura, molto complicata, con cui gli Usa tassano in entrata specificatamente i formaggi di latte vaccino a pasta dura, proprio come il Parmigiano e il Grana. La dogana avrebbe applicato allo stesso prodotto due tariffe che, in realtà, sono alternative. Circa 200.000 forme di formaggio vaccino a pasta dura rischierebbero di essere tassate in maniera impropria.

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