Via libera ai droni in agricoltura

Monitorare le colture dall'alto e mappare i terreni rilevando informazioni su densità delle colture e composizione del suolo, utili a prendere decisioni agronomiche più efficaci; distribuire i prodotti come fertilizzanti e pesticidi in modo preciso, riducendo sprechi e impatto ambientale; valutare attraverso sensori e telecamere multispettrali, lo stato di salute delle piante, identificando precocemente stress idrico, carenze nutrizionali, malattie e parassiti. Sono alcuni esempi di come i droni possono essere utilizzati in agricoltura per ottimizzare risorse e ridurre i costi in un'ottica di precisione e sostenibiltià. Il loro utilizzo però è vincolato ad un quadro normativo e complesso per semplificare il quale la Coldiretti ha lavorato insieme al Ministro all'agricoltura Lollobrigida, al Ministro delle infrastrutture Salvini e a i sottosegretari alla salute Gemmato e all'agricoltura La Pietra. Il risultato è l’approvazione in Senato dell’emendamento al disegno di legge Semplificazioni proposto dal senatore Luca De Carlo, che dà il via libera all'utilizzo dei droni in agricoltura, e che ora deve passare all'esame della Camera. Si tratta, commenta il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, di un grande passo avanti nella digitalizzazione dell'agricoltura che apre anche a nuove professioni. Secondo l'analisi della Coldiretti, sugli ultimi dati Smart Agrifood, gli investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0 valgono circa 2.3 miliardi di euro. Attualmente, le aree agricole che impiegano strumenti avanzati coprono oltre 1 milione di ettari, pari al 9.5% del totale. L'impiego dei droni, apre anche a nuove opportunità di lavoro: Coldiretti stima che nei prossimi anni, la digitalizzazione del settore, richiederà almeno 5 mila nuove specializzazioni, come quella dei dronisti.

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