Grano: accolte le richieste della Coldiretti
Dopo la mobilitazione che ha visto 20mila agricoltori Coldiretti in piazza da Nord a Sud d’Italia, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha accolto le richieste avanzate dal presidente Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo durante un incontro a Palazzo Chigi. In collegamento diretto con le piazze della protesta, il ministro ha confermato l’intenzione di dare seguito al documento di proposte presentato da Coldiretti per denunciare i prezzi del grano sotto i costi di produzione e fermare le speculazioni dei trafficanti che favoriscono le importazioni estere. A rischi c’è la cerealicoltura italiana ma non solo: senza prezzi equi e regole chiare l’Italia dipenderebbe da grano estero di dubbia qualità. Già da lunedì l’Ismea ridefinirà i costi medi di produzione, verrà avviata una Commissione Unica Nazionale (CUN) del grano duro, verranno destinati 40 milioni di euro ai contratti di filiera. Queste le vittorie della Coldiretti che da tempo chiede di fermare le importazioni sleali, reciprocità delle regole per i prodotti extra-UE, obbligo europeo dell’indicazione d’origine del grano sulla pasta, più investimenti in ricerca, innovazione, stoccaggi e gestione dell’acqua per garantire sicurezza alimentare e difesa del territorio. Il popolo del grano è sceso in piazza con cori, striscioni e bandiere gialle, gridando “Basta ai trafficanti di grano”, “Non svendiamo il grano italiano”, “Senza agricoltori non c’è cibo”. A simboleggiare il disagio, sacchi di grano vuoti decorati con il tricolore contrapposti a quelli pieni con la bandiera canadese, a denunciare le importazioni di prodotto al glifosato, definito “veleno per le nostre tavole”. Ad oggi il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Oggi un chilo di pasta viene venduto a 2 euro, ma agli agricoltori ne vengono riconosciuti appena 28 centesimi.
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