In dialogo con scienziati, sociologi e magistrati
Il ruolo delle donne nella scoperta dello spazio, è stato al centro dell’incontro con l’ingegnera e filantropa Amalia Ercoli Finzi, una delle personalità più importanti al mondo nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali; consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, con un dottorato di ricerca in Ingegneria nucleare, è stata la prima donna in Italia a laurearsi con lode in ingegneria aeronautica, nel 1962. Con la figlia Elvina ha condotto il pubblico della microeditoria alla scoperta del libro “Le ragazze della luna”, ovvero delle professioniste, scienziate, astronaute che stanno costruendo il mondo che verrà: un mondo dove si può ricavare l’acqua da un granello di sabbia o coltivare l’insalata in un ambiente di microgravità, dove con la tecnologia sarà possibile proteggere la pace e costruire un futuro più sostenibile, partendo dal presupposto che partecipare al mondo che verrà non è solo un’opportunità, ma una questione di democrazia, perché lo Spazio è di tutti. Del ruolo delle donne si è parlato anche con Chiara Saraceno, una delle sociologhe italiane di maggior fama riconosciuta per i suoi importanti studi sulla famiglia, sulla questione femminile, sulla povertà e le politiche sociali, che ha ha presentato il libro “La famiglia naturale non esiste” dove riflette sulla famiglia, quale luogo di osservazione privilegiato per raccontare i cambiamenti profondi della cultura e della società, dal quale emerge un ritratto lucidissimo dell’Italia degli ultimi cinquant’anni. Traccia il bilancio sull’eredità lasciata da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, magistrati che sono stati i suoi maestri, l’ex magistrato Antonio Ingroia che ha presentato il libro “Tradit”. Le mie verità sui misteri di Palermo e sulla Magistratura”, scritto con Massimo Giletti: una rilettura amara di cosa sia stata e abbia significato la stagione delle stragi e della Mafia corleonese; delle sue lotte intestine, tra connivenze e ambiguità intollerabili e delle domande senza risposta che ancora avvolgono le morti dei due grandi magistrati siciliani.
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