La Democrazia è nata grazie alla Resistenza

Il sole non baciava Lovere il 22 dicembre 1943. L'alba era fosca e piovigginosa. Arrivarono a Lovere insieme alle loro bare: sette furono fucilati a Poltragno, gli altri sei in località Magazzini. Passeranno alla storia come i 13 Martiri. Erano Francesco Bessi, bresciano, di 18 anni; Giulio Buffoli loverese, 41 anni, padre di cinque figli; Salvatore Conti, 21 anni di Lovere, Andrea Guizzetti detto Andreino, 19 anni di Lovere; Eraldo Locardi, 23 anni residente a Grumello, Vittorio Lorenzini, 18 anni, nato a Telgate, Guglielmo Giacinto Macario, 18 anni di Lovere, Giovanni Moioli, 17 anni di Grumello del Monte, Luca Nitckisc, un giovane slavo, ex prigioniero di guerra, Ivan Piana, 19 anni di Lovere, Giuseppe Ravelli, 20 anni di Leffe, Mario Tognetti, 21 anni, di Grumello, Giovanni Vender, 17 anni, nato a Breno. Erano stati arrestati giorni prima dopo la rappresaglia in cui persero la vita il podestà Paolo Rosa e il segretario Giuseppe Cortesi. Dopo la fucilazione li riportarono a Bergamo, perché le famiglie non li potessero piangere. 82 anni dopo la loro morte, come per i funerali celebrati dopo la liberazione il 17 giugno 1945, il Sebino e la Valle Camonica rendono ancora omaggio ai 13 martiri. Prima di arrivare al cimitero il corteo ha sfilato per le vie di Lovere, quindi al monumento dei 13 martiri si sono tenuti i discorsi ufficiali. L'orazione quest'anno è stata affidata a Lucio Pedroni presidente dell'ANPI bresciana. Molti i temi toccati dal suo intervento, dai preoccupati rigurgiti fascisti alle guerre in atto in tutto il mondo che chiedono ancora e di nuovo resistenza.

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