“Vogliamo solo capire se le ordinanze emesse dai comuni di Berzo Inferiore e di Esine sono legittime.” Così la Tassara Terzo Salto motiva il ricorso presentato al Tribunale Superiore dell'Acqua di Roma, per chiedere l'annullamento delle ordinanze emesse dai Comuni. Se i giudici stabiliranno che i sindaci hanno il potere effettivamente di “ordinare” interventi alla società idroelettrica e di dare gli ultimatum, allora la Tassara Terzo Salto rispetterà le ordinanze e realizzerà gli spillamenti richiesti per restituire più acqua al torrente ormai ridotto ad una strada di sassi; se invece i giudici stabiliranno che tali ordinanze sono illegittime, allora la società chiederà ai sindaci un confronto per decidere il da farsi. “Il nostro è un rifiuto ad imposizione tassative” - afferma Scalvenzi -”perché siamo sempre stati aperti al dialogo.” Riguardo alla volontà di voler porre un termine alla Convenzione siglata nel '99 con i tre Comuni, secondo la quale, a fronte dello sfruttamento di un bene pubblico come l'acqua, parte dei proventi ricavati dalla centrale sono destinati alle casse comunali per realizzare opere pubbliche, dalla Terzo Salto non commentano e non confermano: “per ora” - affermano - “l'attenzione è rivolta a capire se lo ordinanze comunali siano legittime oppure no.” La Terzo Salto è accusata dall'Associazione Amici del Grigna e dagli amministratori, di non aver mai rispettato quella Convenzione proprio in quei punti che sono serviti nel '99, ad ottenere la concessione idroelettrica dalla Regione: è accusata di inadempienza quindi, per non non aver mai rispettato il deflusso minino vitale, per non aver posto in essere controlli ed interventi per salvaguardare la salute del fiume Grigna. “E' da Natale dell'anno scorso che la centrale è ferma, che non turbiniamo più acqua, eppure il Grigna è a secco. Le colpe – concludono dalla Terzo Salto -non sono tutte nostre.”