Punti oscuri sulla morte di Mattia

I magistrati vogliono capire come morì il piccolo Mattia Zorzi. Prima di affrontare il tema della capacità di intendere e di volere della madre Monia Bortolotti a processo con l’accusa di avere ucciso lui e la sorellina Alice, la Corte d’Assise vuole avere un quadro il più approfondito possibile per valutare i fatti. La Corte ha rimandato ogni decisione sul punto e disposto invece una perizia medico-legale che provi ad andare oltre la relazione della dottoressa Chen Yao, che eseguì l’autopsia sul bambino di 2 mesi e poi su Alice, di 4. Il 15 maggio sarà chiamato come testimone il medico di Areu , che il 25 ottobre 2022, giorno della morte di Mattia, intervenne per soccorrerlo in casa a Pedrengo. Dovrà rispondere rigurdo alla telefonata che fece, subito dopo avere constatato il decesso, ai colleghi del reparto di Patologia neonatale del Papa Giovanni XXIII, dove il piccolino era stato ricoverato dal 14 settembre al 17 ottobre 2022. In quella chiamata, il medico riferì la tragica notizia, ma fece anche alcuni riferimenti all’imputata. È probabile dunque che la Corte voglia comprendere meglio come la donna si comportò nei minuti cruciali, ricordiamo essere 27 quelli che precedettero la morte. Quanto alla capacità di intendere e di volere, la Corte ha indicato le date del 26, 27 e 30 giugno per sentire in aula periti e consulenti psichiatrici dell’incidente probatorio. I periti e la consulente della difesa si sono espressi per un vizio di mente totale, i consulenti dell’accusa in maniera opposta. E’ stata chiesta alla Rems di Castiglione delle Stiviere una relazione aggiornata sullo stato di salute dell’imputata e sulla sua pericolosità sociale, unico punto su cui gli psichiatri concordano. 

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